Superbonus 110%, per i tecnici tante richieste ma pochi incarichi

11/05/2021 - Incassata una mini-proroga per alcune categorie di beneficiari, l’estensione temporale generalizzata del superbonus è attesa per fine anno. Nei prossimi giorni però arriveranno le semplificazioni che dovranno facilitare i lavori.
 
Nel frattempo, abbiamo chiesto ai nostri lettori di raccontarci come sono andati i primi 10 mesi di vigenza della detrazione, quali ostacoli hanno incontrato e cosa pensano delle modifiche normative allo studio.
 
Al sondaggio hanno risposto circa 1000 personeun quarto delle quali architetti, il 23% geometri, il 22% ingegneri e, in percentuali minori, imprese edili, ESCo e consulenti fiscali. Il 20% si classifica in ‘altro’. Oltre la metà ha un’età compresa tra 40 e 59 anni, quasi la metà lavora al Nord, il 30% al Sud e isole, un quarto al Centro.
 
Le richieste connesse al superbonus 110% che si sono trasformate (o si stanno trasformando) in cantieri sono meno del 25% delle richieste ricevute, per la stragrande maggioranza (l’80%) dei tecnici che hanno risposto.
 

 
Perché? Quali sono stati i problemi che hanno impedito l’affidamento dell’incarico? Tra le cause dovute a problemi dei clienti, spiccano la non conformità degli immobili (indicata dal 65% dei tecnici) e il timore di controlli dell’Agenzia delle Entrate (49%). Molto meno frequenti la mancanza dei requisiti soggettivi (25%).
 

 
Nei casi in cui, invece, l’incarico è andato a buon fine, i professionisti stanno lavorando prevalentemente con persone fisiche (l’87%) e con condomìni (il 53%). Prossimi allo zero i contratti con Iacp, cooperative di abitazione, Onlus e associazioni sportive.
 
lavori più richiesti sono il cappotto termico (indicato dal 76% dei partecipanti) e la combo trainante+trainato (indicato dal 73%). Seguono gli impianti di climatizzazione a pompa di calore (38%) e a condensazione (20%). Il miglioramento sismico è indicato dal 24% dei tecnici.
 
Ma i (pochi rispetto alle richieste) lavori in corso non sono esenti da difficoltà. Quali sono le principali? Il problema indicato dall’80% dei professionisti è la normativa complessa e frammentata, seguita dall’orizzonte temporale insufficiente (per il 54%). Il 37% ha avuto difficoltà ad attestare la doppia conformità urbanistica e il 24% ha dovuto fare i conti con la presenza di irregolarità sulle parti comuni degli edifici.
 

 
Come si diceva, sono allo studio numerose modifiche normative che accoglieranno probabilmente alcune delle proposte che gli operatori del settore hanno avanzato in questi mesi.
 
Quella sulla quale la maggior parte dei partecipanti al sondaggio (l’82%) è d’accordo è la sostituzione di tutta la normativa con un Testo Unico. Seguono, in ordine di gradimento, la proroga del superbonus al 2023 (77%), l’estensione alla bonifica dell’amianto (73%), l’istituzione di una piattaforma nazionale per la gestione dei crediti (72%), il potenziamento degli uffici comunali dedicati (71%). ‘Solo’ il 68% è d’accordo con l’eliminazione del rispetto della doppia conformità.
 
Le proposte meno condivise sono risultate l’eliminazione del limite di 4 immobili per ciascun proprietario (il 18% dei partecipanti si è espresso contro) e l’estensione del superecobonus agli ampliamenti (il 14% ha detto di no).
 

 
Infine, abbiamo chiesto che ruolo avrà il superbonus 110% per il settore edile: il 41% dei tecnici pensa che sarà uno straordinario volàno di rilancio, il 36% lo ritiene un aiuto parziale, il 23% dice che sarà un flop.