Acquisto crediti Superbonus e bonus edilizi, la soluzione arriva dalle Regioni

L'acquisto dei crediti Superbonus si potrebbe sbloccare grazie al contributo delle Regioni e degli Enti locali. Sardegna, Piemonte, Basilicata e Provincia di Treviso hanno già avviato iniziative in tal senso.
 
Potrebbe essere questa una delle soluzioni per evitare il fallimento di professionisti e imprese che, dopo aver praticato lo sconto in fattura e acquisito il relativo credito fiscale, non riescono a smaltirlo per la congestione del sistema.
 
Secondo l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), ogni miliardo di crediti bloccati blocca 6mila interventi e fa fallire almeno 1700 imprese.
 

Acquisto crediti Superbonus, cosa accade in Sardegna 

La Sardegna intende procedere all'acquisto dei crediti Superbonus dalle banche e al loro utilizzo in compensazione.
 
Come previsto da un emendamento alla finanziaria regionale, la Regione non avrebbe un costo finanziario perché il programma di acquisto garantirebbe un celere utilizzo in compensazione.
 
Ci sarà inoltre un programma di garanzie che favorirà la negoziazione dei crediti tra privati.
 

Provincia di Treviso: acquisto crediti Superbonus e bonus edilizi da 14,5 milioni

L'acquisto crediti Superbonus muove già i primi passi nella Provincia di Treviso. L'Ente ha avviato un’operazione per acquistare i crediti corrispondenti al Superbonus e agli altri bonus edilizi e usarli in compensazione dei propri oneri fiscali nei prossimi anni.
 
La Banca Popolare Sant’Angelo e la Banca di Credito Cooperativo di Cherasco hanno ceduto crediti Superbonus e bonus edilizi pari a 14,5 milioni di euro.
 
Come comunicato in una nota, la Provincia di Treviso otterrà un risparmio in termini di spesa corrente pari a quasi 1 milione di euro, che sarà utilizzato per finanziare altre voci di spesa del bilancio. Le banche, prossime alla saturazione della capacità fiscale, potranno riprendere o incrementare gli acquisti di nuovi crediti da famiglie e imprese.

Acquisto crediti Superbonus, in Piemonte 50 milioni all’anno

La Regione Piemonte, attraverso la sua finanziaria FinPiemonte, intende acquistare dalle banche e dagli intermediari finanziari crediti per un importo di circa 50 milioni di euro all’anno. I crediti saranno utilizzati per compensare gli oneri fiscali nei confronti dello Stato.
 
Il meccanismo, secondo il Presidente della Regione, Alberto Cirio, sarà senza rischi perché la Regione acquisterà solo i crediti certificati dall’Agenzia delle Entrate. Non saranno acquistati i crediti dalle imprese private per evitare di dover condurre accertamenti e verifiche.
 
L’Assessore regionale al Bilancio, Andrea Tronzano, ha inoltre spiegato che la Regione acquisterà crediti provenienti da lavori svolti sul territorio piemontese e non soggetti a contenziosi.
 
L’operazione è prevista da un articolo del disegno di Legge di Stabilità 2023 messo a punto dalla Giunta, che deve essere esaminato dal Consiglio Regionale.
 

Acquisto crediti Superbonus e bonus edilizi, la Basilicata avvia la ricognizione

La Basilicata ha avviato una ricognizione per valutare la fattibilità dell’acquisto dei crediti Superbonus e corrispondenti agli altri bonus edilizi e del loro utilizzo in compensazione.
 
A dicembre 2022 la Regione ha rilevato che gli investimenti incentivati dai bonus edilizi ammontano a circa 890 milioni di euro e al momento sta raccogliendo le informazioni sui crediti giacenti presso il circuito bancario.
 

Acquisto crediti Superbonus, proposta di legge in Campania

In Campania è stata presentata una proposta di legge che prevede l’istituzione di un Fondo di circolazione dei crediti per il quale è autorizzata, per ciascuno degli anni dal 2023, 2024 e 2025, una spesa di 100 milioni di euro.
 

Crediti Superbonus e bonus edilizi bloccati, i dati dell’Ance

Ance ritiene che se il Governo non riuscirà a trovare una soluzione efficace al problema nel minor tempo possibile, ogni miliardo di crediti incagliati produrrà il blocco di circa 6mila interventi (tra unifamiliari e condomini), con rischio di fallimento di almeno 1.700 imprese di costruzioni e la perdita di circa 9mila occupati.
 
Secondo un’ipotesi prudenziale dell’Ance, uno stock di crediti fiscali incagliati pari a 15 miliardi di euro provocherebbe effetti macroeconomici estremamente preoccupanti:

  • 25mila imprese fallite;
  • 130mila disoccupati nel settore delle costruzioni;
  • problemi su 90mila cantieri.

 
La stima non comprende i possibili fallimenti delle imprese della filiera, fornitrici delle imprese edili.

Bisogna ora valutare se le iniziative intraprese a livello locale per l'acquisto dei crediti Superbonus saranno replicate altrove e accompagnate da misure nazionali.